Le non più favole
1. Come è nata l'idea che ha portato alla stesura del tuo libro?
L'idea di questo libro non nasce da me, ma dalla tacita richiesta di una persona per me
molto importante che seguiva da vicino i miei sgrammaticati flussi di coscienza, il più delle
volte contestandoli.
Mi aiutava a sbrogliare i pensieri più vari ed ogni mio progresso la inorgogliva al punto tale da rendere orgogliosa anche me; il tutto mentre mi chiedeva silenziosamente di scrivere un libro per lei.
Non ho assecondato subito questa richiesta, ma solamente quando ho capito che coincideva con la mia voglia di raccontare lei, così come io la conoscevo: una persona che in un pomeriggio di Settembre voleva evadere e rispondere al proprio bisogno di respirare, in giardino con me.
2. Chi è Penelope?
Penelope é una ragazza che lavora come guida all'interno del museo di Retorica; è una
delle protagoniste principali della storia anche se rimane un pò in penombra perché tutto
gravita attorno a Gioia, dapprima collega di Penelope, poi sua titolare.
3. Nel libro crei riferimenti continui sulla luna. Cosa rappresenta per te, a livello poetico e
astratto, questo corpo celeste che quotidianamente ci appare in cielo?
La luna è l'elemento a mio parere più ricorrente a livello poetico e letterario, è sempre
avvolto da un'aura misteriosa che lo rende ancor più affascinante agli occhi dei lettori.
Personalmente trovo difficile dire cosa rappresenta per me la luna, perché proprio durante la
stesura di questo libro ho iniziato a considerarla forse un pò più del sole ed ho potuto
"studiarla" tramite fotografie, documenti, poesie.
Se proprio son costretta a dare una definizione, direi che la luna è l'altra metà del sole.
4. Perché un potenziale lettore dovrebbe preordinare la tua opera?
Pre ordinare una copia del mio romanzo vorrebbe dire innanzitutto sostenere i giovani
scrittori esordienti come me e far sì che i libri in campagna di crowdfunding possano essere pubblicati.
La cosa bella è che a differenza di un libro già edito, in questo caso sono proprio i lettori a
decidere se vale la pena che il romanzo venga pubblicato o meno.
5. Cosa ti aspetti da questo tuo progetto?
Spero possa piacere a quanti lo leggeranno e vederlo pubblicato, in questo modo o in un
altro, vorrebbe dire vedere ripagate tutte quelle ore di sonno perse a cercare le parole più
adatte per regalare a tutti, un mondo immaginario del tutto nuovo e sorprendente.
6. C'è qualcuno che vorresti ringraziare in particolar modo?
Ringrazio la parte reale di Gioia (pseudonimo) per l'idea del libro, per quel pomeriggio di
chiacchiere in giardino . . .per essere sempre stata onesta; per essersi fatta conoscere senza filtri; per aver sempre
fatto un solo passo nella mia direzione che valeva come cento dei miei; per essere sempre
la stessa ma allo stesso tempo diversa; per cercare di indirizzarmi lasciandomi libera di
scegliere; per i litigi mossi solo dal bene reciproco; per non aver mai cambiato sguardo nei
miei confronti e per tutte le cose che mi sarei persa senza di lei.
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