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Il teatro degli orrori, di Gregorio Conti

 

Il teatro degli orrori

 

 

1. Come è nata l'idea che ha portato alla stesura del tuo romanzo? Sono sempre stato un grande appassionato del genere giallo, sin da quando ero bambino, ed è stato proprio questo forte interesse a instillare in me la passione per la scrittura. Oscar Calamita era il personaggio principale di un racconto che scrissi quasi vent'anni fa; una storia messa nero su bianco in un foglio A4 per la stampante che non ha mai lasciato le mura di casa mia, ma che deve evidentemente avere infuso in me un qualcosa che, dopo un lungo letargo, si è improvvisamente risvegliato una sera di fine 2019. È così che Oscar Calamita, mio compagno d'infanzia, è diventato il protagonista de "Il teatro degli orrori". La trama del libro, invece, non è stata ispirata da nessun evento o fatto in particolare; si può dire che abbia pian piano iniziato a prendere forma da sé nella mia testa, presentandosi in tanti piccoli tasselli che io mi sono semplicemente limitato a incastrare tra loro.

 

2. Chi è Oscar Calamita, il protagonista del racconto?

Al tempo della narrazione, nel 1965, Oscar è un investigatore privato romano di grande successo, molto conosciuto in tutto il Paese. Dietro a un acuto intelletto e a una personalità imponente si nasconde però il più comune degli uomini, come tutti gli essere umani costantemente logorato da inesorabili ed estenuanti battaglie interiori. Arrivato alla soglia dei cinquant'anni senza essere riuscito a costruire una famiglia, il suo carattere malinconico lo porta nei momenti di malessere a rivangare in continuazione i nostalgici ricordi dei suoi tempi di gloria, cercando invano di nascondere il profondo vuoto interiore che la sua professione, evolutasi drasticamente negli anni, non riesce più a colmare. Degli improvvisi e inaspettati avvenimenti gli faranno però presto capire che il mondo ha ancora bisogno di lui.

3. Se dovessi utilizzare un aggettivo per descrivere la tua opera, quale utilizzeresti?
La difficoltà nel rispondere a questa domanda è estrema, e proprio questo la rende così azzeccata e stimolante. Un libro è come una creatura propria, un figlio, e se un autore non è in grado di trasmettere la sua essenza in poche parole, allora il suo legame con esso non è poi così forte. Definirei "Il teatro degli orrori" come un'opera "avvolgente". Seppur da subito contornata da un alone di mistero, la narrazione inizia infatti tutto sommato in modo lineare, per poi sfociare improvvisamente in un repentino turbinio di eventi che finisce per risucchiare il lettore, che si vede costretto a spingersi più in profondità nella mente del protagonista e degli altri personaggi per riuscire a strappare il velo che lo separa dalla verità. Questo, almeno, è il risultato che spero di essere riuscito a ottenere.
4. Perché un potenziale lettore dovrebbe preordinare il tuo libro?
Il libro è rivolto in particolar modo agli amanti del giallo investigativo. Sebbene ci siano vari richiami ai grandi autori classici di questo genere, che mi hanno plasmato e a cui ho voluto in qualche modo rendere omaggio, ho comunque chiaramente cercato di infondere qualcosa in più alla mia opera, per conferirle un'anima propria. Alcuni di questi elementi sono ad esempio individuabili nella profonda introspezione dei personaggi, soprattutto di Oscar, e nel graduale cambio di ritmo nella narrazione, che nei capitoli finali fa assumere alla storia i tratti di un vero e proprio thriller. Credo che l'insieme di tutti questi elementi possa ampliare il bacino di potenziali lettori e costituire una buona ragione per pre-ordinare il libro.
5. Dove credi che ti porterà questo progetto editoriale?
Molto onestamente, l'obiettivo principale che mi ero prefissato durante la stesura dell'opera era di centrare l'obiettivo della pubblicazione, che è ufficialmente stato raggiunto. Il primo libro per uno scrittore è letteralmente un primo passo in un nuovo mondo; un mondo affascinante e assuefacente, ma molto difficile da percorrere e, a volte, purtroppo spietato. Voglio pertanto sfruttare al massimo questa occasione per arrivare a conoscere ogni dettaglio e sfaccettatura di questa nuova realtà, per potervi piantare le mie radici stabilmente e, a partire da questo primo passo, muoverne tanti altri.
6. C'è qualcuno che ti è stato particolarmente vicino che vorrei ringraziare in particolar modo?
I miei genitori sono stati i primi a venire a conoscenza della mia decisione di intraprendere questa avventura e a spronarmi a inseguire il mio sogno. La mia fidanzata mi ha poi costantemente supportato e sopportato durante le lunghe serate di stesura in tempo di pandemia, in cui spesso e volentieri mi isolavo da tutto e tutti per dialogare con i miei personaggi. I miei più grandi e sentiti ringraziamenti vanno sicuramente a loro tre.
P.S: Ovviamente, non posso non rivolgere di nuovo un enorme GRAZIE a tutti quelli che mi stanno supportando durante questa estenuante campagna di crowdfunding. Grazie a loro il primo grande obiettivo è stato raggiunto, e "Il teatro degli orrori" sarà pubblicato!

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